La stucchevole RETORICA della banca del territorio

Banca del territorio è una formula lessicale, spesso utilizzata per fare bella figura con poco. In altri termini, è un espediente semantico, utilizzato per collegare due vuoti di pensiero come in passato fu, ad esempio, il concetto di internazionalizzazione delle imprese: qualcosa che tutti sostengono ma in cui, alla prova dei fatti, pochi credono veramente. L’immediatezza (banalizzazione) che una formula lessicale porta con sé, in prima battuta, è la scarsa chiarezza sul significato. Cosa si intende con banca del territorio? Si intende quel rapporto di prossimità territoriale che favorisce lo sviluppo di conventicole che operano in maniera opaca e finiscono per favorire i pochi a scapito di tutti gli altri? Oppure significa che la prossimità territoriale consente una conoscenza approfondita del contesto che si dovrebbe tradurre in una operatività meno rischiosa e maggiormente utile e redditizia per tutti? Accertato che la risposta corretta sia la seconda, balza all’occhio come l’assetto, attuale e prospettico, del sistema bancario, anche in risposta ai sempre più stringenti vincoli che i regolatori nazionali e sovranazionali pongono, è difficilmente compatibile con questa lettura. Il sistema bancario sta già, da tempo, riducendo il presidio territoriale e la dinamica del circuito di intermediazione (la banca eroga il credito all’impresa, l’impresa paga i dipendenti, i dipendenti diventano clienti della banca e le affidano i propri soldi, la banca eroga il credito) è sparita dai radar, sostituita dalle linee guida di erogazione del credito della BCE. Inoltre, le banche hanno imboccato con decisione la via della disintermediazione del credito e sono passate (o stanno passando) dall’essere intermediari all’essere custodi. Questo mutamento non è casuale ed è effetto, ad esempio, dei bassi tassi di interesse, che non restituiscono adeguati ritorni, dell’alto valore dei regimi commissionali prodotti dalla vendita di strumenti finanziari (la cui raccolta viene poi impiegata molto lontano dal territorio), dei ricavi dei servizi finanziari e degli obblighi patrimoniali, fissati dai regolatori, a fronte dell’erogazione del credito. In questo contesto, richiamare il concetto di banca del territorio equivale a voler rivitalizzare un mondo che non esiste più perché le norme e la profittabilità ne hanno decretato la fine già da tempo. Per il benessere attuale e futuro di chi della banca vive, dipendenti, imprenditori e famiglie, sarebbe meglio uscire dalle trappole semantiche del linguaggio che piace alla gente che piace ed affrontare l’argomento con occhi meno romantici. I processi di aggregazione e l’imminente discussione sul rinnovo del CCNL del Credito potrebbero essere buone occasioni per farlo.

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